
Bestiario di una travestita che ama la zoologia
Gli unicorni hanno lasciato questo nostro mondo nell’autunno del 1478. Perlomeno la maggior parte di loro, dato che alcuni partirono poco prima, nella primavera del ’77. Questi sono dati assolutamente accurati e attendibili, comunicati a me da un’anziana signora irlandese ghiotta di caramelle alle ghiande che conobbi durante un tour dell’Europa settentrionale. Gli unicorni sono sempre stati schivi, ma prima della loro dipartita si pensava che la loro rarità fosse semplicemente dovuta a un mero divismo insito nella loro specie. In particolare, la mia teoria era, al tempo, che la loro natura elitaria inorridisse al pensiero che essi potessero essere scambiati per rinoceronti, ma mi sono dovuta ricredere. Gli unicorni non erano snob e non facevano body shaming nei confronti di animali dalla stazza più pesante della loro. Al contrario, essi erano attivisti il cui attivismo non veniva riconosciuto come tale. Con il potere risiedente nel loro magico corno purificavano sorgenti e curavano ferite, portavano pace fra fazioni rivali di uomini e benedivano la terra prima del raccolto. Eppure, per gli uomini, ciò sembrava non essere abbastanza. C’è chi sostiene che a scatenare l’invidia umana per i fatati equini sia stato, a livello subconscio, il loro corno: la sua forma vagamente fallica, misurante più di un metro, avrebbe scatenato l’ira di uomini le cui appendici erano decisamente più corte e meno magiche (a sostenere tale tesi è principalmente un monastero per sole persone agender a est dell’Alsazia occidentale). Ad ogni modo, per quanto non si abbia la certezza del motivo, la popolazione umana cancellò dalla propria memoria collettiva gli unicorni, la loro magia, il loro attivismo e la loro integerrima morale. Non è dunque sorprendente che essi, sdegnati, se ne andarono. Dove? Non lo so. Quello che però mi è stato detto, o meglio predetto, da una veggente megalomane, è che un giorno a mezza estate gli unicorni torneranno. Il loro corno una lancia e i loro zoccoli tuoni nella notte estiva. Ma non c’è da temere: per chi di cuore è puro il pericolo non si pone. La fai la raccolta differenziata? Spero di sì. Forse, in quel caso, potrai galoppare al loro fianco, psichedelica tempesta che corre lungo l’orizzonte.
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Madame Horiente nasce in un passato non precisato e studia poesia nei giardini pensili di Babilonia. Si specializza in discorsi di fantasia al centro di una stella e passa anni di tirocinio fra deserti e cimiteri. Attualmente si dedica allo studio di piante sotteranee e animali selvaggi.
Illustrazione di Vetra Cerulli