Facciamo Festa con… FATA ROBA
Facciamo Festa con… è la nuova rubrica di Coriandoli che ti porta alla scoperta delle feste queer più colorate del momento!
Dedichiamo il primo capitolo a Fata Roba, il “baraccone” romagnolo nato dall’amore per le feste di compleanno, il piacere del travestimento e quel tocco di conflittualità queer che porta a detestare e allo stesso tempo riscattare la propria terra natia. Lo scoppiettante collettivo composto da sette “amiche del liceo ed ex fidanzati” ha attirato la nostra attenzione per le chiare affinità estetiche e tematiche (segnaliamo l’edizione “Circo” del 22 Febbraio 2025): la messa in scena della vita, il bisogno di stare insieme, il tentativo di ridipingere la provincia con nuovi colori.
Lasceremo che siano proprio le Fate a raccontarci la loro Roba, in their own words.
Nome: Fata Roba
Dove: Emilia-Romagna (itinerante)
Quando: quadrimestrale
Costo: 5/8 €
Musica: Pop / Techno
Dress code: Be extra. No machi, no fasci
Che cos’è Fata Roba?
Guidino • Forse prima di tutto è un baraccone.
Gaia • Fata Roba è un ibrido: unisce musica e balli collettivi a travestimenti, performance e momenti di puro teatro. Un circo itinerante che compare una volta ogni tanto. Più nel profondo, è il tentativo di colmare una mancanza di opportunità e di occasioni, un modo per indagare tramite le maschere e costumi ciò che sei o vorresti essere. Fata Roba è uno spazio diverso da un club o da un corteo dove gente queer può esistere e incontrarsi.
Stefy • Personalmente, mi ha fatto sentire meno sola.
Chi la organizza?
Rissa • Siamo un collettivo composto da sette persone, tra amiche del liceo ed ex fidanzati.
Come è nata l’idea?
Gaia • L’idea nasce dall’urgenza di volersi travestire e fare spettacolo in un posto sicuro, dal desiderio di uscire di casa e bussare alle porte degli altri (difficilissimo!).
Birba • Ci siamo conosciute in un baccello di piselli: da quel momento in poi non abbiamo fatto altro che passare sabati sera a mettere parrucche e scarpe alte. Abbiamo capito che quello che facevamo poteva piacere anche ad altre, così ci siamo dette: “Perché non facciamo una festa di Halloween?”
Tania • Incredibilmente, fare feste raccoglie perfettamente le nostre necessità più basilari da attention seekers: fare moltissime chiacchiere, mettersi in ghingheri e scegliere la playlist per tutte.
Birba • Abitiamo tutte lontane le une dalle altre e avevamo bisogno di un progetto che ci facesse tornare a casa per creare qualcosa di bello insieme.
Cosa significa il nome?
Rissa • La traduzione letterale è “Che roba”: un modo di dire in dialetto romagnolo usato per esprimere stupore di fronte a qualcosa di inaspettato.
Slava • “Fata” riassume esagerazione, costernazione, incredulità. “Roba” invece attribuisce al soggetto qualcosa di sbagliato, deforme, riuscito male.
Quali sono gli obiettivi di Fata Roba?
Gaia • Creare connessioni e una rete queer in provincia.
Guidino • Fata Roba nasce tra le dune di sabbia, ma non è un fiore nel deserto. Siamo cresciute con la mitologia delle feste misteriose che animarono la Romagna. Nella spiaggia libera dove ci incontrammo la prima volta c’era una sorta di villaggio hippy, ora scomparso. Vogliamo creare nuovi misteri per i posteri.
Birba • Fata Roba è l’occasione per dare qualcosa alle persone attorno a noi, a chi cerca qualcosa di fatto bene, anche se fatto in casa. Sapere che qualcuna si è seduta a cucire le maniche del proprio costume qualche sera prima rende tutto il nostro impegno non solo ripagato, ma indispensabile.
Dove si tiene Fata Roba?
Rissa • Siamo state spesso accolte da C.S.A. Spartaco a Ravenna, prima che venissero anche loro sfrattate dal vento conservatore di questi anni. Ci piace cambiare spazi e trovare location adatte al tema della serata: la festa medievale era in un rudere in collina, quella a tema alieni in un grande giardino in mezzo ai campi di granturco.
Quando?
Stefy • Al momento, ogni 4 mesi circa. Abbiamo bisogno di mooolto tempo per riprenderci dopo un fata roba. Alcuni di noi vanno in analisi.
Quanto costa?
Slava • Ci sta molto a cuore l’accessibilità. Le prime feste erano completamente gratuite, a volte offerta libera. Vista la complessità delle serate, col tempo siamo giunte a un prezzo che oscilla dai 5 agli 8 euro. Raramente c’è un guadagno, è solo per rientrare delle spese.
Birba • Poi c’è qualcuno qui che ha fatto la Bocconi e continua a proporre prezzi da Papeete Beach. Chissà se un giorno crolleremo.
Chi frequenta Fata Roba? Avete clienti abituali?
Tania • I nostri eredi del liceo artistico di Forlì non mancano una serata. La maggioranza delle persone potrebbero avere un’età tra i 18 e i 28 anni, ma il target è davvero molto vario – alcune mamme di nostre amiche si aggiungono spesso e volentieri.
Come definireste l’estetica di Fata Roba?
Gaia • Kitsch, camp, cinematografica. Anche vintage e retrò: molte delle nostre references vengono dal passato.
Guidino • Alla base di Fata Roba c’è un guardaroba di costumi e maschere cuciti dalla bisnonna di una di noi. Un guardaroba stregato con una storia assurda alle spalle che ci ha dato i primi strumenti per immaginarci fatate.
Dress code? Selezione all’ingresso?
Stefy • Ogni serata ha un tema che le persone sono caldamente invitate ad interpretare. Be extra. No machi, no fasci.
Come scegliete il tema? Quali temi avete scelto finora?
Gaia • I temi sono sempre frutto di brainstorming deliranti, viaggi che ci facciamo scherzando e che decidiamo poi di prendere seriamente.
Birba • Scegliere il tema non è semplice: non può essere troppo specifico e non deve richiamare una reference chiara. “Amore”, “Disastro Spaziale”, “Incantesimo Medievale”: tutto chiaro, insomma. Nient’altro da dire.
Collaborate con performer? Se sì, quali?
Gaia • Abbiamo resident performers che tornano quasi a ogni festa: Tania, Juls Kruger, Tita. Sono passate la Shegorbula e le dolls del collettivo bolognese Foolhard. Ci piace però anche includere gente nuova: il palco è sempre aperto per chi vuole sperimentare.
Vorrei venire a Fataroba per la prima volta: come si svolge una serata tipo?
Tania • La prima sfida sarà arrivare alla location, sempre dispersa e raggiungibile solo da chi ci crede davvero.
Gaia • Alle 23 la musica comincia. Potresti ancora vedere qualche performer o DJ che corre col make-up a metà o una parrucca sistemata male: è tutto normale. Cominci a ballare. Intorno a te scenografia e gogo girls sul palco ti ricordano in che mondo sei capitata. A metà serata comincia lo show in cui le performer si esibiscono una dopo l’altra. I DJ set procedono solitamente fino alle 3-4.
Che cosa rende Fataroba diversa dalle altre serate?
Gaia • Il dress code a tema e la gente che lo prende seriamente. La commistione tra clubbing e teatro.
Raccontateci uno o più momenti memorabili
Rissa • lo ho adorato lo spettacolo “Il cuore Oscuro della Duchessa”: le interpretazioni di Tania e Gaia sono state magistrali.
Slava • lo ricordo l’Angela che arrivò su dei veri e propri trampoli che la rendevano alta 3 metri.
Tania • lo ricordo l’arrivo della polizia nel campo di granturco mentre eravamo tutte aliene sexy.
Birba • A Fata Roba Circus la Clara portò una gabbia a grandezza umana da mettere sul palco. Tutta l’atmosfera di quella festa è stata particolarmente magica dopo. Quando sono iniziate le performance, tutta la dancefloor si è seduta per permettere a chi era dietro di vedere. Mai visto un pubblico così dedito.
Qual è stata l’edizione più di successo? Perché?
Birba • La Festa Medievale per la numerosa affluenza. Quella più riuscita a livello creativo è stata l’edizione Circo: lo show per la prima volta vedeva più performer esibirsi.
Avete previsto delle misure di riduzione del danno?
Birba • No. Non fatevi male vi prego che sennò andiamo in galera.
Avete una strategia comunicativa? Come promuovete la serata?
Birba • Da persona che ha gestito buona parte della comunicazione social, confesso di aver rubato le battute migliori da ogni membro del gruppo. Il linguaggio che ho usato è una storpiatura di messaggi Whatsapp, gag ricorrenti e inside jokes. L’affetto è sempre presente: let’s bring back captions written with love and effort!!
Gaia • Facciamo foto, video e film per promuovere la serata: molte di noi sono formate in questi ambiti. Cerchiamo però anche di includere altre modalità per creare documentazione: bigliettini con domande, postazioni dove potersi riprendere in autonomia e lasciare messaggi ai posteri…
Birba • Abbiamo iniziato con semplici reel di pochi minuti, per arrivare a veri e propri corti a episodi. Il primo trailer è nato con il tema “Amore” per San Valentino 2024.
Quale genere di musica prediligete?
Tania • La nostra colonna sonora interseca pop e techno.
Gaia • Ogni volta tentiamo di proporre scalette nuove. Le Blondinky ed Erica Schneider hanno suonato spesso. Collaboriamo anche con YasRaven e Aurorasullaluna. Dare spazio alle ame è fondamentale.
Perché è importante per voi mandare avanti questo progetto?
Tania • Perché amiamo la Romagna e la vorremmo, nel nostro piccolo, salvare.
Segui il team di Fata Roba:
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